La differenza fra povertà e miseria muove la carità
Meeting Rimini 22 agosto 2025
Nel nostro Paese, secondo gli ultimi dati Istat, quasi un residente su dieci vive in condizione di povertà assoluta: in particolare su 5 milioni e 694 mila persone 2 milioni e 217 mila famiglie non riescono ad avere una dignità di vita adeguata.
Per aiutarli esiste una rete di solidarietà diffusa che ogni giorno impiega volontari ed energie.
Ma è il momento di interrogarsi: quale è la differenza fra povertà e miseria? E come si può fare esercizio di carità garantendo il rispetto altrui ed evitando di cadere nel pietismo?
Il Sistema Banchi ha cercato di dare delle risposte a queste domande.
Durante il Meeting di Rimini erano presenti i vari rappresentanti dei Banchi Marco Piuri, presidente Fondazione Banco Alimentare, Sergio Daniotti, presidente Fondazione Banco Farmaceutico, Giorgio Medici, vicepresidente del Banco delle Cose, ed anche il nostro presidente Fabio Mazzoleni, che ha così descritto al pubblico in sala il Banco Informatico:
Il compito del BITEB è quello di sostenere il mondo del non profit con la tecnologia, aiutando soprattutto le piccole realtà a colmare il divario digitale, favorendo la crescita della conoscenza e della dignità della persona.
Il Covid, che noi oggi abbiamo purtroppo già dimenticato, è stato lo spartiacque che ha reso ancora più chiara la drammatica situazione di questo divario digitale e ha evidenziato l’enorme bisogno di tecnologia.
Tecnologia utile proprio per dare più dignità alle persone e renderle protagoniste della loro esistenza. Parole come didattica a distanza, spese online, smart working, call, non è che prima erano sconosciute, ma erano sicuramente meno usate.
Oggi senza un dispositivo che sia portatile, tablet, telefonino, non si riesce a vivere e questo ha cambiato profondamente anche il banco che è passato dal donare i PC fissi e telefoni Voip al donare portatili, tablet e telefonini.
In questo contesto il BITEB si inserisce come facilitatore nel processo di riduzione di questo divario digitale. Il paradosso è che a scuole sprovviste di computer, associazioni e famiglie che non si possono permettere un PC, si contrappongono aziende che si sbarazzano dopo solo qualche anno di dispositivi ben funzionanti, ma obsoleti per le proprie attività.
Recuperare tecnologia che sta per essere dismessa dalle aziende, ricondizionare e consegnare PC in ottimo stato. Ogni apparecchio che esce deve essere perfetto. Perché lavorare bene significa voler bene, a famiglie in difficoltà attraverso le onlus o ad associazioni. Questa è la missione del BITEB. Questo circuito virtuoso non offre vantaggi solamente a chi riceve, ma anche a chi dona e all’ambiente.
Se ci pensiamo poi quello del BITEB non è un compito diverso da quello degli altri banchi. Ognuno nel suo ambito contribuisce ad un bene riducendo la perdita di speranza e quindi rendendo meno misera la vita. Infatti, che cos’è la miseria se non la perdita della speranza. Rispondendo a un bisogno particolare si risponde al bisogno di totalità di ciascuno. Per me questo si chiama voler bene, che è il vero lavoro dell’uomo.
Ma cosa vuol dire voler bene se non volere il bene dell’altro? Che gusto guardare alla vita sapendo che c’è qualcuno che rispondendo al tuo bisogno particolare ti aiuta a stare sulla realtà.
Così la vita diventa affascinante e piena di gusto, perché tutto è tornaconto se non quello della bellezza e questo si chiama gratuità. Vivere così, avendo a cuore questo compito e questa responsabilità cambia il mio sguardo e contribuisce a costruire un pezzetto di mondo migliore a partire dalle persone più vicine.
Grazie.