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Il Banco Informatico Tecnologico e Biomedico in Vaticano

Convegno su cecità e ipovedenza

Il 4 e 5 maggio si è svolto a Roma in Vaticano un convegno Internazionale di studio – dal titolo “La persona non vedente: “Rabbunì, che io riabbia la vista” (Mc. 10,51) – promosso e organizzato dal Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari e dalla Fondazione “Il Buon Samaritano” unitamente a CBM Italia.

Monsignor ZimoskwiIl prestigioso incontro è stata l’occasione per approfondire e confrontarsi sui temi della prevenzione e cura della cecità e dell’ipovisione. Erano infatti presenti prestigiosi relatori giunti a Roma da diverse parti del mondo.

All’inizio dei lavori del convegno Monsignor Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari, dopo i saluti a tutti i partecipanti e la lettura di un telegramma inviato dal Santo Padre Benedetto XVI, ha ringraziato CBM Italia per l’impegno organizzativo che ha portato la presenza di più di 300 persone provenienti da 45 Paesi tra cui il Dr. Silvio Mariotti responsabile del programma per la prevenzione alla cecità dell’Organizzazione mondiale della Sanità e il professore Mario Stirpe presidente della commissione italiana per la prevenzione alla cecità. Oltre a Monsignor Zimowski era presente all’incontro sua Eminenza il Cardinale Peter Appiah Turkson presidente del Pontificio consiglio Giustizia e Pace.

Nel corso del prima giornata del convegno oltre a mettere in risalto il ruolo della chiesa al servizio dei non vedenti e più generalmente dei disabili, vi sono stati diversi interventi di personalità del mondo sanitario con la presentazione di diversi dati statistici globali che hanno evidenziato come nei paesi in via di sviluppo risieda quasi il 90%  delle persone con problemi visivi parziali o totali. L’ipovedenza e la cecità colpiscono rispettivamente, stando ai dati pubblicati dall’OMS 246 milioni e 39 milioni di persone al mondo e sono ancora oggi causa di disabilità con grande rilevanza per l’integrazione sociale, le condizioni di salute e la possibilità di aver accesso a cure preventive .

E’ emerso anche che nell’80% dei casi i problemi visivi avrebbero potuto essere prevenuti o decisamente ridotti grazie a semplici interventi considerati di routine nel mondo occidentale, come l’asportazione della cataratta, ovvero con il semplice utilizzo di strumenti di correzione come gli occhiali, cui purtroppo solo il 5% dei bambini effetti da ipovedenza ha accesso. Sono stati inoltre presentati diversi casi di ipovedenza e le modalità di intervento da diverse personalità provenienti sia dal mondo scientifico che da quello ecclesiale oltre che da Associazioni e aziende private che offrono il loro sostegno attraverso donazioni di farmaci e apparecchiature nei paesi in via di sviluppo.

Nella seconda giornata del convegno è stato descritto l’affronto dei temi della cecità e ipovedenza nelle confessioni diverse dal cattolicesimo cristiano, che ha evidenziato l’intervento sempre più importante delle chiese locali e missionarie, nell’assistenza sociale ed economica alle persone non vedenti o ipovedenti. Il personale ecclesiale e gli operatori sociosanitari, volontari e/o professionali, lavorano infatti, oltre che nell’accompagnamento spirituale, negli ambiti dell’istruzione, della formazione igienico-sanitaria ma anche professionale, sia dei non vedenti sia degli operatori sanitari locali.

Ad impegnarsi in tal senso sono Diocesi, congregazioni e istituti religiosi più in generale, organismi non governativi e realtà dell’associazionismo che con i loro volontari sono impegnati in progetti che aiutano i non vedenti nell’abbattere quelle barriere sociali, economiche e religiose attualmente in essere ancora in molti paesi.

Molti dei progetti di aiuto promossi da ONG o enti governativi hanno una durata media di 5 anni e riescono a intervenire su molte migliaia di persone o di comunità locali. La problematica maggiore nei paesi economicamente più poveri è l’assenza di personale medico e infermieristico specializzato; a tal proposito è stato citato l’esempio per cui mentre in Italia si stima esserci un oftalmologo ogni dodicimila abitanti in Etiopia, il rapporto scende a uno su di un milione di persone per la maggior parte residenti nella capitale.

Nell’ambito della manifestazione i partecipanti al simposio hanno potuto assistere, tributando apprezzamento e molti applausi al concerto di brani di musica classica e contemporanea eseguiti da 3 artisti non vedenti, che è stato presentato da Elisabetta Gardini. Gli esecutori sono stati don Gerardo Balbi, parroco di Camporeggiano (PG) accompagnato dal violinista Gianfranco Contadini, e i due musicisti giunti appositamente da Taiwan: Lin-Phin Chang, clarinetto e sassofono, e Chou Chien-Yu, pianista.

Banco Informatico Tecnologico e Biomedico ringrazia sentitamente il Pontificio Consiglio degli Operatori Sanitari, CBM Italia e la fondazione il Buon Samaritano per l’opportunità data di poter partecipare a questo incontro dove ha potuto prendere visione di realtà specifiche e entrare in contatto con persone e associazioni cui poter indirizzare in futuro parte dei beni provenienti dalle realtà ospedaliere italiane o cui poter chiedere supporto nell’esecuzione dei propri progetti sanitari nei paesi in via di sviluppo.